Studio legale specializzato in diritto di famiglia ad Arezzo

BCM Legal Team: studio legale per il diritto di famiglia e delle successioni

Il nostro team fornisce consulenza ed assistenza in materia di diritto di famiglia ad ampio raggio.

La consulenza si rivolge sia alle coppie sposate che a quelle conviventi e riguarda sia il rapporto coniugale che il diritto al mantenimento fra coniugi (assegno di mantenimento), oltre al tema dell’affidamento/mantenimento dei figli.

Possiamo inoltre fornire – tramite consulenti esterni – un servizio di mediazione familiare e consulenza psicologica.

La nostra attività legale comprende sia le separazioni che i divorzi, nonché tutto il settore della negoziazione assistita di recente introduzione.

La nostra attività ed assistenza legale è di tipo sia giudiziale che stragiudiziale, ed in materia di famiglia ha un asset specifico per quanto concerne le gestioni e consulenze dei patrimoni familiari, e la loro destinazione ai figli, e/o dei patrimoni successibili.

Che cos’è il diritto di famiglia

Il diritto di famiglia è quella parte del diritto privato che regola i rapporti all’interno della famiglia.

Riguarda quindi le tematiche inerenti al matrimonio, ai figli, all’adozione, alla separazione, al divorzio e alla successione.

Storicamente nato nel 1942, il diritto di famiglia In Italia è stato profondamente riformato con la legge n.151 del 19 maggio 1975, “Riforma del diritto di famiglia”, che introdusse importanti novità normative come la parità tra i coniugi, la potestà genitoriale, la comunione dei beni, l’equiparazione tra figli legittimi e figli naturali.

Il diritto di famiglia è disciplinato dal primo libro del codice civile italiano, intitolato “Delle persone e della famiglia”.

Diritto di famiglia: separazione e divorzio

Quando i rapporti tra marito e moglie si incrinano, il diritto di famiglia prevede che i coniugi possano ricorrere alla separazione e successivamente al divorzio.

Il primo passo per interrompere il vincolo matrimoniale è la richiesta della separazione.

La separazione è una situazione temporanea, una fase transitoria che in teoria potrebbe prevedere il riallacciamento dei rapporti, la riconciliazione.

Con la separazione decadono gli obblighi di convivenza e di assistenza, ma il vincolo coniugale non si scioglie. Rimangono gli obblighi di mantenimento ed educazione dei figli e di assistenza del coniuge economicamente più debole.

Tipi di separazione

Esistono 2 tipi di separazione:

  • consensuale: si ha quando si raggiunge l’accordo dei coniugi sulle condizioni di separazione (collocazione e affidamento dei figli minorenni, assegno di mantenimento per i figli minorenni o maggiorenni non ancora autosufficienti, ecc.).
  • giudiziale: è la seconda forma di separazione legale a cui si ricorre ogni volta che non si raggiunge un accordo tra i coniugi. Si tratta di una causa che si conclude con una sentenza a seguito dello svolgimento di un processo promosso, in genere, da uno solo dei coniugi (assistito necessariamente da un difensore), quando la prosecuzione della convivenza è diventata intollerabile o tale da arrecare pregiudizi alla prole. In qualsiasi momento la separazione giudiziale può essere trasformata in consensuale. 

L’affidamento dei figli

Esistono 2 modalità di affidamento dei figli:

  • l’affido condiviso: l’affidamento spetta ad entrambi i genitori che lo esercitano di comune accordo, secondo un progetto comune, regolato per il bene superiore del figlio stesso.
  • l’affido esclusivo: quando il figlio viene eccezionalmente affidato ad un solo genitore. Ciò avviene quando l’altro dimostri di non avere la maturità e la responsabilità necessaria a gestire i propri compiti nei confronti dei figli e anzi, la sua presenza può essere di ostacolo per la loro crescita sana ed equilibrata.

La scelta del tipo di affido può essere concordata tra i genitori, in caso di separazione consensuale, oppure stabilita attraverso il ricorso a un giudice, in caso di separazione giudiziale.

È comunque sempre il giudice che interviene nel procedimento della separazione, anche per stabilire l’importo dell’assegno di mantenimento mensile che deve essere corrisposto al genitore che si occuperà della responsabilità quotidiana dei figli.

Con il divorzio, invece, decade il vincolo matrimoniale e con esso anche i suoi effetti civili. Tale procedura può essere avviata di comune accordo dai coniugi oppure su proposta di uno dei due quando sussistono i requisiti temporali richiesti dalla legge.

Oggi la legge prevede anche l’istituto del divorzio breve, che ha ridotto i termini che devono passare tra separazione e divorzio, a determinate condizioni.

Diritto di famiglia: successione e quote ereditarie

La legge disciplina cosa succede ai beni e ai diritti di una persona al momento della sua morte.

Tutto ruota intorno alla presenza o meno di un valido testamento, un documento in cui il defunto ha lasciato indicazioni riguardo al suo patrimonio.

Successione legittima: cosa succede se il defunto non ha lasciato il testamento

Se il defunto non ha lasciato disposizioni, è la legge a stabilire come ripartire il patrimonio ereditario ai familiari fino al sesto grado.

Alla successione legittima si ricorre anche qualora il testamento sia stato dichiarato nullo o annullato.

Successione testamentaria: cosa fare in caso di successione con testamento

In presenza di un testamento, il suo contenuto regola la successione.

Nel caso in cui il testamento non preveda disposizioni sull’intero asse ereditario, la successione sarà in parte testamentaria e in parte legittima.

Il testamento può essere

  • olografo: redatto, datato e sottoscritto direttamente dal testatore e conservato presso di sé o persona di fiducia.
  • pubblico: redatto dal notaio, alla presenza di due testimoni.
  • segreto: è un testamento olografo consegnato al notaio che non ne conosce il contenuto, alla presenza di due testimoni.

 

Successione necessaria e quote indisponibili

Alcuni soggetti, come il coniuge o i figli, non possono essere esclusi dall’eredità testamentaria. Essi hanno in ogni caso diritto a una quota dell’eredità, anche se non prevista nel testamento. In altre parole, un soggetto nel proprio testamento, non può disporre completamente dei propri beni, ma deve riservarne una parte ai congiunti più stretti. Altrimenti, nel caso di legittimari pretermessi, è la legge a pensarci attraverso l’istituto della successione necessaria e delle relative quote di legittima.

Accettazione o rinuncia dell’eredità

Per acquisire un’eredità è necessario accettarla. L’accettazione può essere:

  • espressa, cioè formale, tramite un atto pubblico o una scrittura privata
  • tacita, cioè l’erede assume comportamenti che manifestano la volontà di accettare, per esempio trasferisce la residenza nella casa ricevuta in eredità o paga alcuni debiti ereditari o vende un bene ereditario.

L’accettazione comporta anche l’accollo dei debiti del defunto, di cui l’erede è chiamato a rispondere con tutto il suo patrimonio.

È possibile accettare un’eredità con beneficio di inventario. In questo caso i patrimoni di defunto ed erede restano separati. In questo caso l’erede non potrà pagare i debiti oltre quanto abbia ricevuto dalla successione. L’accettazione con beneficio di inventario è obbligatoria quando l’erede è un minore, un interdetto o un inabilitato.

Un erede può anche rinunciare un’eredità. In questo caso nessun debitore potrà rivolgersi a colui che ha rinunciato all’eredità per il pagamento dei debiti ereditari. Saranno così chiamati all’eredità i discendenti.

I diritti di accettazione e di rinuncia all’eredità possono essere esercitati entro dieci anni dalla data della morte del defunto.

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